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L’Armonia Nascosta di Mario Giansone a Palazzo Saluzzo Paesana

Foto di copertina: Palazzo Saluzzo Paesana


Riscoprire Mario Giansone: è con questo intento che il 21 aprile 2016 si è inaugurata a Torino presso Palazzo Saluzzo Paesana una grande mostra del poliedrico artista torinese che fu pittore, grafico, orafo ma soprattutto scultore. La mostra “L’Armonia Nascosta”, promossa dall’Associazione Archivio Storico Mario Giansone e curata da Marco Basso, è stata un grande viaggio che ha attraversato le pietre, i legni, i bronzi e un insieme di arazzi e dipinti riapre uno squarcio sull’attività di un artista tanto grande quanto dimenticato.

La mostra, allestita negli spazi del Piano Nobile e dell’ex teatro del settecentesco Palazzo Saluzzo Paesana, indaga l’armonia nascosta delle opere e dei temi dell’artista: il jazz, espressione del dinamismo del suono e del ballo, la brutalità della guerra, il fascino delle innovazioni tecnologiche del ‘900, i gatti, colti nell’eleganza delle forme, le donne, espressione di delicato intimismo. Un intimismo, quello di Giansone, che non di rado cede il passo ad un percorso verso la spiritualità e la trascendenza, dando origine a straordinarie opere-riflessioni sulla fecondazione, l’ombra, la sala anatomica.

Nelle oltre 35 sculture, 50 quadri e 4 arazzi in cui si è snodato il percorso de L’Armonia Nascosta, è emersa l’estetica dell’artista, una ricerca esasperata di una coerenza formale, il dialogo con la materia, la transizione dall’informale al formale: un incastro di vuoti e pieni che genera un diverso ideale, sempre coerente, con luci e ombre che, diversamente direzionate, consentono alle sue opere di trasformarsi e apparire in costante evoluzione.

Mezzo secolo dopo la personale torinese del 1965, presso la Galleria Bussola, la mostra riscopre un protagonista dell’arte italiana del Novecento, maestro della scultura diretta: per Giansone come per Michelangelo, l’artista ideale è lo scultore che sottrae materia, davanti al blocco di marmo o alla pietra più dura, è la forza delle braccia guidata dalla creatività che estrae la forma.  Nella mostra della Bussola Peggy Guggenheim si innamorò degli Ideogrammi plastici sul tema jazz, opere che insieme a molte altre lo scultore ha dedicato a questo movimento dell’anima

Marco Basso, curatore de “L’Armonia Nascosta”

La mostra L’Armonia Nascosta arriva al culmine di un periodo di riscoperta dell’artista: negli stessi giorni dell’esposizione, dal 20 aprile al 20 maggio, il Gruppo Ersel di Torino ha presentato “La Donna della Domenica”, un altro omaggio a Mario Giansone, curato da Guido Curto, un insieme di pietre, marmi e quadri, dedicato a uno dei grandi temi dell’opera dell’artista.

Recentemente la sua scuola, il Liceo Artistico Aldo Passoni, dove tra il 1956 e il 1985 Giansone insegnò plastica (ornato e figura modellata), e poi disegno dal vero e educazione visiva, gli ha dedicato una mostra conclusa a febbraio 2016, un percorso espositivo nella complessa vicenda della personalità, dell’opera, della figura di professore. Di lui scrive un’allieva: “Statura media, taglia 46 slim, volto affilato, pelle olivastra, lineamenti da mediorientale, sguardo penetrante da falco che osserva e contemporaneamente legge l’anima del soggetto […] Un maestro in grado di trasformare la realtà oggettiva, insegnando a trasferire l’osservato graficamente, a relazionare il vuoto con il pieno, a confrontarli per scoprirne coerenze formali e proporzioni, a diffidare della convenzionalità e degli stereotipi,…, a non scendere a compromessi anche a costo degli insuccessi”.

Fonte: L’armonia nascosta – Retrospettiva su Mario Giansone – Palazzo Saluzzo Paesana

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